L'ANALISI
20 Giugno 2025 - 16:16
CREMONA - Notarsi, si notano. E si è notato l’intervento con cui questa mattina sono state collocate le prime due centine di metallo che rinforzano le arcate del Palazzo Comunale. Le altre due centine verranno collocate nelle prossime settimane in modo da completare i lavori, in linea di massima, entro metà luglio. La centina - che spesso è provvisoria e ‘aiuta’ il processo di costruzione di un arco - è di fatto un sostegno, una struttura che permette alla costruzione in muratura di scaricare il peso.
Dopo il ripristino e la riparazione locale delle tessiture murarie dissestate, è così iniziata l’ultima fase con l’introduzione di nuove centine metalliche di supporto degli archi. Questa soluzione, approvata dopo un accurato e approfondito confronto con la Soprintendenza, favorevole alla massima conservazione del materiale costruito (il palazzo è sottoposto a vincolo dal 1912), si è resa indispensabile per garantire lo sgravio dei consistenti fenomeni di schiacciamento che le antiche strutture murarie della parete centrale del palazzo (erette nel secolo XIII) stanno subendo a causa dell’apertura degli archi stessi, avvenuta nel 1839 su progetto dell’architetto Luigi Voghera. L’apertura degli archi - in pieno periodo risorgimentale - ha ridefinito lo spazio pubblico del palazzo e ridisegnato anche simbolicamente il concetto di apertura dell’edificio, ma nel corso di oltre un secolo ha gravato sulle arcadee sull’intera struttura in muratura.
L’intervento di restauro e consolidamento strutturale delle arcate di Palazzo Comunale, per un importo complessivo di oltre 420mila euro, iniziato nel settembre del 2024, si è reso indispensabile e indifferibile per le gravi condizioni in cui versavano le strutture murarie dell’edificio che presentavano estesi fenomeni fessurativi e deformativi dei grandi archi murari che si aprono sulla piazza. Il fenomeno di dissesto in atto ormai da qualche anno ha dapprima reso necessaria l’installazione di un sostegno provvisorio con telai metallici a supporto degli archi, così da scongiurare la caduta di materiale e assicurare un supporto transitorio alla struttura muraria. È seguito un approfondito studio scientifico dei fenomeni in atto, e sono stati individuati idonei sistemi di restauro e rinforzo degli archi per la loro definitiva messa in sicurezza.
«Valorizzare Palazzo Comunale vuol dire anzitutto metterlo in sicurezza. Da assessore alla Valorizzazione di Palazzo Comunale e da assessore alle Opere pubbliche posso dire che l’impegno è stato enorme da parte dei tecnici comunali, degli esperti e delle ditte che si sono occupate e si stanno occupando del cantiere - ha commentato Paolo Carletti -. L’opera garantisce qualche secolo in più alla tenuta del palazzo. Con grande entusiasmo adesso ci avviamo per rendere Palazzo Comunale un polo culturale all’avanguardia della nostra città».
La struttura in metallo è visibile, volutamente visibile. È una «stampella ruskiniana», come una decina di giorni fa l’ha definita l’architetta Laura Balboni, funzionaria della Soprintendenza, facendo il punto sui lavori. Il riferimento era al principio del celebre pittore e storico dell’arte inglese John Ruskin che privilegiava la tutela, la protezione e la conservazione dell’opera da restaurare rispetto a una riproduzione posticcia.
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