L'ANALISI
15 Maggio 2025 - 08:52
CREMONA - L’elenco dell’Istituto superiore per la protezione ambientale è in costante aggiornamento e parla di oltre 3.000 specie alloctone: animali definiti esotici, invasivi, alieni. Arrivano da lontano, la gran parte di essi è stata introdotta dall’uomo, ma diversi si sono spostati in autonomia anche a causa dei cambiamenti morfologici e climatici. Molti sono già a Cremona o nel Cremonese, come conferma il professor Riccardo Groppali. Il naturalista parte dagli insetti, probabilmente i più dannosi per l’uomo visti gli effetti che hanno sulle colture: «Da qualche anno assistiamo ad una invasione di cimice asiatica, diabrotica del mais, vespa velutina e coccinella arlecchino. Provocano problemi importanti perché, come tutte le specie alloctone al loro arrivo, apparentemente non hanno nemici. Purtroppo mi aspetto che, anche sul fronte degli insetti, l’elenco venga aggiornato a breve».
Specie come lo scoiattolo grigio recentemente notato nelle campagne cremonesi, invece, all’apparenza non hanno effetti negativi sull’uomo. Ma Groppali precisa che il danno c’è: «Quando un animale alloctono arriva nel nostro territorio, di fatto prende il posto di altri animali autoctoni. Accade anche per lo scoiattolo grigio, che pur senza acclarate aggressioni azzera la presenza del nostro scoiattolo rosso, visto che si adatta con maggiore facilità ai territori di pianura: è già avvenuto in Inghilterra e Irlanda».
Ci sono poi animali che destano particolare stupore. Come lo sciacallo dorato già avvistato anche nel Cremonese: «È arrivato in autonomia dai Balcani», spiega Groppali. O il castoro che dall’Austria si sta insediando in Friuli. «Se queste specie si spostano autonomamente e con il tempo assistiamo in natura ad una sorta di riequilibrio – continua l’esperto – diverso è il discorso per quelle introdotte dall’uomo. O per leggerezza, come probabilmente è avvenuto con lo scoiattolo grigio, o a causa di fughe dalle gabbie. Succede spesso, ad esempio, con i volatili».
Groppali spiega di avere visto poco tempo fa un pappagallo Rosella alle Colonie Padane, che difficilmente può avere superato le rigide temperature invernali, mentre nella zona dell’Università di Pavia è ormai insediata stabilmente una famiglia di Parrocchetti. Gli Ibis sacri sono diventati comuni, sempre più frequenti gli Upupa, avvistati anche gli Aironi guardiabuoi. Infine le specie acquatiche nel Po: «Nonostante i contenimenti, che se fatti nella maniera corretta servono eccome, il siluro è ormai diffusissimo e altrettanto i Gamberi della Louisiana, veri e propri devastatori».
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