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Gli affreschi ritrovati aprono l’80° anniversario della Libera

Il presidente Soldi svela le due opere di Guido Bragadini nella sede degli Agricoltori cremonesi che inaugurano le celebrazioni: un omaggio alla memoria agricola cremonese e alle sue radici culturali

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

07 Maggio 2025 - 17:47

CREMONA - Sono due affreschi di soggetto agricolo, firmati da Guido Bragadini, due affreschi «ritrovati sul mercato antiquario e che abbiamo voluto restituire alla città e alla nostra associazione — ha detto Cesare Soldi, presidente della Libera Associazione Agricoltori —. Si tratta di due scene campestre che nell’originale avevano al centro un giovane Virgilio. L’opera è intitolata sulla rivista Cremona: Virgilio fra i contadini cremonesi. A questo soggetto fu poi preferito quello attuale che campeggia nella sala con l’immagine del Carroccio».

Nel grande salone affrescato della sede della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, questo pomeriggio, sono stati svelati i due affreschi, un ritorno a casa delle due opere che apre ufficialmente le manifestazioni dell’80° anniversario dell’associazione, nata il il 30 aprile del 1945 quando un gruppo di agricoltori cremonesi decise di dare vita a una nuova realtà rappresentativa del mondo agricolo. La chiamarono ‘Libera’.

«Con la presentazione dei due affreschi — prosegue Soldi —, diamo il via alle celebrazioni che prevedono la realizzazione di un volume che racconterà la storia della Libera, curato da Fulvio Stumpo, e un grande evento di piazza in autunno. Prima di dare comunicazione ufficiale ho voluto comunicare i progetti per l’80° ai soci riuniti in assemblea privata presso CremonaFiere e ho convocato una giunta e un consiglio per dare l’adeguata e necessaria ufficialità a questo avvio di ottantesimo».

Ed è lo stesso Soldi a ripercorrere le vicende degli albori della Libera: «in una Cremona allo sbando, dove erano saltati tutti i poteri istituzionali, una città stremata. In quel contesto un gruppo di agricoltori guarda avanti, si riuniscono e il 30 aprile 1945 mettono nero su bianco un documento in cui si mettono le fondamenta dell’associazione, portando il progetto all’attenzione del prefetto Giulio Parietti, nominato dai partigiani. Gli chiedono di ricostruire l’Unione degli Agricoltori, nasce così la Libera Associazione degli Agricoltori, la prima in nord Italia».


Nel tracciare i primi passi della nascita della Libera, il presidente Soldi osserva: «La risposta del prefetto non si fa attendere e il 2 maggio prende atto della costituzione dell’associazione e nomina un presidente provvisorio, Alfredo Camozzi e informa il Comitato di Liberazione Nazionale e l’Alto Comando Alleato. Le riunioni si tengono il 5 e 6 maggio e il 9 maggio viene convocata la prima assemblea per raccogliere adesioni e formare un comitato direttivo. E sarà proprio quel comitato a guidare l’assemblea del 30 maggio: l’atto costitutivo ufficiale della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi».

L’attenzione all’intero territorio provinciale è sottolineata dalla medesima tempestività organizzativa messa in atto a Crema, ci tiene a sottolineare Soldi: «Le autorità locali sollecitano una ripartenza immediata. Il 2 giugno si tiene la prima assemblea cremasca, nella sede di via Frecavalli. Partecipano anche ufficiali dell’Alto Comando Alleato. I responsabili provvisori vengono indicati in Ettore Freri e Guido Crivelli».


A Fulvio Stumpo è poi spettato il compito di illustrare la genesi dell’affresco attuale e di quello rifiutato dalla committenza perché «considerato poco guerresco e adatto allo spirito dei tempi - racconta lo storico e giornalista che si sta occupando di narrare la storia della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi —. La prima versione fu con ogni probabilità giudicata troppo bucolica, fra le curiosità dell’affresco poi accettato c’è la presenza del ritratto di Roberto Farinacci che alla fine della guerra fu camuffato, aggiungendovi una folta barba. I due affreschi ritrovati restituiscono alla comunità il progetto originario».

Fotogallery: FotoLive/Paolo Cisi

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