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CREMONA: LA GALLERY

Festa del Torrone, il weekend finale parte con golosità

Fila dalle 9.15 per un posto sul trenino Sperlari. La nebbia non intimorisce i visitatori, che si preparano a due giorni dolci e colorati

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

16 Novembre 2024 - 10:58

CREMONA - La nebbia non intimorisce i golosi e neppure il freddo. Per il torrone si fa questo e molto altro, almeno a giudicare della gente che fin dalle prime ore della mattina di oggi si aggirava fra gli stand in cerca di prelibatezze e curiosità dolcissime. Tutti in fila alle 9.15 per un posto sul trenino del torrone di Sperlari. «Tette delle monache!» urla una signora in colbacco di pelo. I pasticciotti pugliesi sono fumanti e se la vedono con la nebbia. C’è pure il torrone caldo. Ed ecco per i più golosi un vademecum fra gli stand servito per la giornata che chiuderà la 27esima edizione della kermesse organizzata da Sgp Eventi con l’apporto delle aziende Sperlari, Rivoltini e Vergani e come sponsor Cremona Po, il tutto in sinergia con il Comune.

TORRONE CALDO

Sarà il freddo pungente ma un bicchierino di torrone fumante può aiutare, più del tradizionale vin brulé. E così in un paiolo, di quelli per la polente, Silvia Vitali di Naturalmente Silvia gira con pazienza e la giusta lentezza una sorta di crema rosa che profuma: «Veniamo dalla Val Seriana, il torrone caldo è una nostra invenzione — racconta —. Il segreto è far cuocere lentamente albume, miele e noci in un paiolo di rame, non bisogna avere fretta. Bisogna portare tutto a temperatura e amalgamare a mo’ di crema, una crema in cui la croccantezza delle nocciole triturate si fonde con la morbidezza di miele e albume ben amalgamate. Provi provi». E un cucchiaino di torrone caldo scalda il cuore e difende dal freddo pungente.

LE TETTE DELLE MONACHE

Sono un classico dei monasteri femminili, sono il simbolo di una femminilità negata che prepotentemente riemerge e pretende di essere, anche attraverso il piacere della gola che è anche piacere sessuale, alla fin fine. «Nel monastero di Santa Chiara le monache producono la versione classica di questo dolce con un impasto sofficissimo e crema Chantilly — spiega Mariangela Angiola —, è un dolce cotto, ma non fritto digeribilissimo che proponiamo nelle sue diverse varianti, quello classico con chantilly, piuttosto che con zabaione. Ci sono anche le tette delle monache al cioccolato con granella di torrone in onore della festa». Poco distante Maria Luisa Carminati di Dolci cose tiene alta la tradizione cremonese e fa bella mostra dei «fiocchi di torrone e mostarda insieme a una variegata serie di torroni morbidi e friabili che possono venire incontro a tutti i gusti e a tutti i palati», chiosa con simpatia fra un cliente e l’altro.

I PASTICCIOTTI

Damiano Carrara ne ha fatto un tormentone, ma non hanno bisogno per conquistare i palati più esigenti del fascinoso pasticciere, parola di Denise Niemen di Casarano in provincia di Lecce: «I pasticciocci sono una specie di muffin ma molto più morbidi e con un cuore caldo di crema all’interno o di amarena — racconta, spezzando a metà un pasticciotto appena sfornato che fuma di bontà —. Ci siamo inventati diverse fragranze e poi, on occasione della visita di Obama in Puglia, abbiamo inventato quello al cioccolato». Alessandra Bettoni, Gaia Roderi, Anna Monaco di Antica Grimaldi portano un po’ di calore di Napoli nella bassa: «Il nostro torrone è friabile o morbido, ma rigorosamente bianco. Poi offriamo altre varietà ma la tradizione del torrone partenopeo è bianca, bianchissima come la veste di Pulcinella». Da Napoli a Perugia è un attimo ed Emanuela Chesini di Sweet Perugia decanta «i nostri cremini sono imbattibili, ne abbiamo 35 tipologie diverse. E dopotutto Perugia non per nulla è la capitale del cioccolato. Assaggi, assaggi». Sono queste alcune delle curiosità della cittadella del torrone in piazza Stradivari e fra queste anche il torrone al panettone che vale la pena degustare. E domani gran finale di golosità.

PREMIO BONTÀ A PALMIRO FANTI

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