L'ANALISI
18 Luglio 2024 - 05:15
CREMONA - A Pechino, a Pechino, a Pechino! Si potrebbe dire, facendo il verso alle Tre Sorelle di Anton Cechov. I nostri liutai sono partiti alla conquista della Cina. Tanti i protagonisti cremonesi nella recente fiera di Pechino, una manifestazione che non ha il respiro internazionale di Shanghai, ma che rappresenta un’occasione per incontrare il mercato cinese e del sud est asiatico. Vladimir Cubanzi, Stefano Trabucchi, Marco Imer Piccinotti, Andrea Schudz, Lorenzo Lazzarato, Diego Del Valle, Jens Gosta Johansson, Tihomir Kolev Staynov, Adriano Spadoni ed Edgar Russ hanno partecipato alla kermesse.
«È stato un bel ritorno sotto il segno dell’arte liutaria cremonese — spiega Giorgio Grisales, presidente del consorzio Stradivari —. Eravamo presenti a Pechino sia come consorzio che con singoli stand. È stato un gradito ritorno in una fiera che è molto regionale, ma ha permesso a molti di noi di incontrare clienti e corrispondenti dell’area asiatica. Dalle giornate pechinesi mi sono portato via una convinzione: ciò che all’estero ci chiedono è la qualità e l’artigianalità della tradizione liutaria cremonese. Oggi in Cina strumenti di qualità ci sono, ma chi vuole acquistare il ‘made in Cremona’ cercano qualcosa di speciale».
Edgar Russ racconta: «Ho trovato una Pechino cambiata, più moderna, ma anche una strana e preoccupante chiusura della Cina. C’è la precisa volontà di tutelare il mercato interno, si respira un’aria, per così dire, di protezionismo e di diffidenza nei confronti di chi viene da fuori. Pechino, evidentemente non è Shanghai».
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