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CREMONA. MATURITÀ 2024

Secondo scritto, la prova di indirizzo fa paura ma non abbatte

Il classico parla greco, allo scientifico i problemi di Matematica sono classici di funzione, a Liuteria si restaurano le fasce di un violino, al Musicale ci si confronta con Poulenc e all'artistico si va di sculture

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

20 Giugno 2024 - 11:47

CREMONA - La speranza è che il giudice Minosse sia clemente. Il secondo scritto del classico parla greco, il greco di uno pseudoPlatone, brano tratto dal dialogo Minosse o della Legge. «È un brano di media difficoltà – afferma Emilio Giazzi, docente al liceo classico Manin -. Non ci sono particolari difficoltà o stranezze grammaticali, certo bisogna sapere il greco e la grammatica. La versione è tratta da un dialogo che viene attribuito a Platone, ma in molti studiosi sono convinti che si tratti di un’opera spuria. Al di là di questo, i ragazzi stanno lavorando bene».

Allo scientifico entrambi i problemi di Matematica sono due classici studi di funzione. Il primo ha un'impostazione classica e non presenta alcun riferimento alla realtà. Il secondo, invece, pur conservando un’impostazione classica riporta due frasi che vogliono aiutare a contestualizzare il problema, pur non entrando poi nello svolgimento pratico. Da sempre la prova di indirizzo è quella che più terrorizza. E allora alle 7,30 del mattino c’è chi fornisce un cioccolatino alla compagna di classe per dare un po’ di energia. Benedetta Parmigiani ed Emanuela Selimaj si augurano che non esca geometria analitica.

Riccardo Olivadese è tranquillo: «Col tema ho accumulato punti, speriamo che questo aiuti a tamponare la prova di matematica». A sostenere questa ipotesi sono anche Daniel Pomana, Manuel Fodritto e Gian Luca Zacché che sorridono a denti stretti prima di entrare, mentre a fianco a loro c’è chi guarda le ultime formule. Nel mentre la prof Maria Chiara Tolomini, circondata dai suoi studenti, fa la motivatrice: «Dentro di voi, ragazzi, c’è tutto quello di cui avete bisogno. Non dimenticate mai che le prove sono fatte per voi, hanno le caratteristiche per essere risolte. Andrà bene».

Ma c’è chi rivive a distanza di un anno l’Esame di Stato, è Maria Soccorso Caputo che ha accompagnato la figlia Giada Pia: «L’anno scorso è toccato a me, ho fatto la maturità al Ghisleri e quest’anno tocca amia figlie – racconta -. Ho cercato di tranquillizzarla, le ho dato i consigli, fresca di un’esperienza che per me ha significato immaginarmi una nuova vita. Vorrei andare a insegnare, vediamo se mi riesce. Intanto oggi rivivo l’emozione della maturità». Davide Pandini è commissario esterno di matematica, aspetta sulla soglia i suoi studenti: «Ho letto le presentazioni degli studenti, ci sono molti che hanno ottimi giudizi in matematica. L’importante è che stiano tranquilli, sono loro che devono fare. Noi spetta correggere».

Si entra in classe scaglionati, ogni scuola è un mondo a sé e così pure le richieste della seconda prova. Calcolatrice all’Aselli, vocabolario di greco al Manin, sgorbie e seghetto a liuteria dove gli studenti dovranno realizzare in tre giorni una testa di violino, oppure per il corso di restauro: restaurare le fasce di un violino. Al Musicale i ragazzi hanno dovuto confrontarsi col Nocturne n 1 di Poulenc: «Si tratta di un brano insolito, non difficilissimo, ma un poco insidioso – spiegano Rosaria Baffa e Amadea Fortunio -. I ragazzi devono analizzare la struttura stilistica e le caratteristiche del pezzo. Da domani invece dovranno sostenere la prova di strumento».

All’artistico righello, colori, ma anche materiali scultorei rubano la scena per Discipline plastiche in cui si è chiesto di realizzare una scultura che possa avere un valore simbolico, mentre per l’indirizzo scenografia la traccia richiede la realizzazione di una scenografia per l’Elettra di Hugo von Hofmannsthal, pièce in un atto scritta per Eleonora Duse che non interpretò mai e che fece da libretto all’opera di Richard Strauss. «Si tratta di due tracce impegnative, ma non impossibili – spiega Elena Zambelli -. Hanno a disposizione 18 ore suddivise in tre giorni per realizzare ciò che è richiesto dalla traccia». Al Liceo delle Scienze Umane Anguissola la seconda prova verte sull’interazione attiva nell’ambiente educativo, sulla base della scuola proposta da Maria Montessori e quella di John Dewey.

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