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Nuovo ospedale, l'architetto Cucinella 'interrogato' dagli studenti della Media Virgilio

In sala Puerari gli alunni che hanno partecipato al laboratorio di architettura partecipata sul nuovo presidio, i professori Fiori e Custode, la dirigente Marzani, il dg Belleri, il direttore Bracchi

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

27 Maggio 2024 - 17:04

CREMONA - Caro Mario, ti scrivo... E Mario per gli studenti delle classi seconde e terze delle sezioni D, E, F della media Virgilio, è l’architetto Mario Cucinella, autore del progetto per il nuovo ospedale di Cremona. Oltre un centinaio di messaggi (107 per la precisione) sono stati recapitati all’architetto dai ragazzi della media di via Trebbia, guidati dai docenti Francesco Custode e Alessandra Fiori nell’analizzare il progetto del nuovo ospedale, nell’interrogarsi su un’opera architettonica e di grande impatto sociale che coinvolge la città, la politica, il mondo della sanità. Nel dossier realizzato dagli studenti, elogi e curiosità, qualche perplessità e la voglia di capire sono un tutt’uno e mostrano una generazione che s’interroga, dimostra grande sensibilità per i temi ambientali, nella consapevolezza che il futuro le appartiene.

Questa mattina in sala Puerari, alla presenza dell’architetto, del direttore generale dell’Asst, Ezio Belleri, di Maurizio Bracchi, direttore della struttura nuovo ospedale e della dirigente del Cremona 2, Daniela Marzani , gli studenti hanno interrogato l’archistar, hanno elogiato il progetto, ma anche avanzato qualche dubbio e ‘critica’.

Sono intervenuti: Francesca Ruvioli, Giulia Costandache, Giacomo Garzetti, Matteo Ciliberti, Tommaso Pedretti, Carla Silion, Natan Bozzetti, Rebecca Cottarelli, Andrea Impietri, Niccolò Matianu (ha letto il pensiero per Mathias Cigoli), Vittoria Fiameni, Raima Diarassouba, Carla Cobzaru, Sami Zahaf, Gabriella Anifowose.

Francesca Ruvioli ha osservato: «Caro Mario, il suo progetto comunica allegria e benessere, un benessere psicofisico. Comunica modernità ed eleganza».

Per Giulia Costandache l’ospedale è una struttura in cui le piacerebbe lavorare, per sé sogna un futuro da chirurgo. Carlo Mario ha letto il suo messaggio: «Caro Mario, mi pare che lo spazio verde sia troppo esagerato, ma poi i pazienti dove li metterete?». O ancora Carla Cobzaru ha chiesto: «Non si poteva costruire l’ospedale più vicino al centro?».

Mario Cucinella in platea ha ascoltato, preso nota, poi si è concesso ad altre domande, non prima di aver ringraziato i ragazzi:

«Ho visto e letto i vostri messaggi, è come se fossimo amici da sempre. È bello! Avete ben chiaro il rapporto che deve esistere fra architettura e ambiente e come il nostro agire debba tenere conto di ciò che ci circonda. Forse ancora più di noi, voi avete questa consapevolezza. Coltivate questa attenzione, non dimenticandovi che voi sarete i leader di domani. Che prima o poi toccherà a voi cercare di cambiare il mondo».

Il tono è quello di chi sa che cosa voglia dire condividere obiettivi, che cosa voglia dire promuovere una progettazione partecipata.

Così Cucinella ad ogni domanda dà una risposta, accogliendo perplessità e qualche suggerimento. Allora alla richiesta di Alessia di come potrà convivere il cantiere con il vecchio ospedale per quanto riguarda il rumore: «realizzeremo materiali innovativi, costruiremo il nuovo ospedale con tecniche all’avanguardia che ci permetteranno di mitigare il rumore», ha spiegato.

A chi ha chiesto quando tutto ciò sarà realtà, osserva: «Qui offrite ai giornalisti una notizia ghiotta — ha commentato —. Finiremo il progetto a metà del 2025, il cantiere inizierà presumibilmente a fine del ‘25. per la realizzazione ci vorranno almeno cinque anni. Poi si demolirà il vecchio ospedale e si costruirà la seconda parte che chiude il cerchio».

La sensibilità ecologica porta i ragazzi a chiedere dell’utilizzo dei materiali e di quanto verrà riciclato del vecchio nosocomio: «Il riutilizzo dei materiali è importante. Forse non sapete che i mobili dell’Ikea sono fatti con legno riciclato. È questa oggi una necessità».

C’è poi chi chiede se tale opera era necessaria e non poteva esser utilizzato il vecchio edificio: «Mettere mano all’ospedale attuale avrebbe voluto dire impiegare più tempo e più risorse e alla fine non avrebbe la necessaria efficienza richiesta dalle nuove tecniche di diagnosi e di cura. Basti considerare che negli anni sessanta la media dei giorni di degenza era di 15 giorni, ora oscilla fra due e tre giorni», ha spiegato l’architetto.

«Sono molto colpito dal lavoro fatto da insegnanti e studenti sul nuovo ospedale – ha affermato Belleri —. Al punto che mi piace considerarlo parte dei workshops di confronto fra architetti e sanitari che ci hanno impegnato negli ultimi due mesi. Ho colto lo stesso spirito, quello di far dialogare diversi punti di vista, esperienze e sensibilità per trovare elementi di sintesi basandosi sull’oggettività dei fatti. Quindi bravi: avete fatto un ottimo lavoro». La dirigente Marzani ha messo in evidenza come il lavoro condotto dai ragazzi e dai docenti rappresenti un modo incisivo di fare scuola, un modo in cui gli apprendimenti si consolidano e sviluppano affrontando, anche, compiti di realtà».

Cremona laboratorio di futuro: così questa mattina il nuovo ospedale ha passato l’esame dei ragazzi.

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