L'ANALISI
15 Aprile 2024 - 17:53
CREMONA - Assemblare una scatola di trasmissione che ha la funzione di trasferire la potenza generata dal motore alle ruote o più in generale dal motore all’elemento finale a cui viene collegata. Questo è stato uno dei compiti assegnati agli studenti del Torriani/Apc dai tecnici dell’acciaieria Arvedi in un laboratorio dedicato ai ragazzi degli indirizzi di meccanica di professionale e tecnico, in due sessioni di lavoro differenti, ma per certi versi complementari. Il compito in realtà consisteva nel collaudare e intervenire su una manina legatrice, un riduttore di azionamento rulli dal laminatorio, un riduttore del carroponte e un riduttore smontato dalle linee per sostituzione.
Tutti i pezzi su cui lavorare sono stati forniti dall’Arvedi. «Il rapporto con le aziende è forte e importante per il Torriani in tutte le sue articolazioni — ha spiegato la preside Simona Piperno —. È un modo per conoscerci e capire quali profili il mondo del lavoro cerchi e preparare al meglio i nostri ragazzi, perché una volta finita la scuola possano trovare concrete opportunità lavorative».
Paola Migliorati e Marcella Ferrari dell’Acciaieria Arvedi spiegano come l’azienda abbia grande attenzione per i percorsi didattici e come il contatto con le scuole tecnico-professionali sia importante: «In questo modo noi abbiamo modo di far conoscere la realtà dell’azienda, ma non solo — spiegano —. Questi laboratori come quelli sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e in acciaieria sono un contributo alla formazione di figure professionali importanti e che non sempre è facile trovare. Aziende come la nostra sono in cerca di tecnici meccanici, c’è poi la volontà di investire sui giovani. In questo senso il legame con la scuola è importante, oltre a essere strategico».
Sotto il coordinamento tecnico del professore Vincenzo Senatore e gli sguardi attenti dei docenti Domenico Buffa e Gianfranco Storti i ragazzi lavorano, silenziosi e attenti, non vola una mosca. «È una bella lezione in cui impariamo facendo. Poi alla fine è un piacere vedere il pezzo finito», dicono Singh Gur Preet, Saini Jasskirat e Kristian Meco. Le mani dialogano con i pezzi metallici, mentre gli occhi osservano il disegno da seguire: Salvatore Rotondo e Singh Taranveert collaborano e cercano di trasformare in realtà quello che è tracciato sul foglio. Gianluca Balotta, Leonardo Valenti, Kevin Rossini e Antonio Masiello discutono, cercando la posizione giusta per incastrare tutti i pezzi.
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