L'ANALISI
L'INIZIATIVA. LE FOTO
26 Novembre 2023 - 14:05
CREMONA - L’impatto sull’opinione pubblica del femminicidio di Giulia Cecchettin è stato notevole. E adesso che succede? Spenti i riflettori su fiaccolate, manifestazioni, silenziati slogan e rumore, ora si teme il buio. «All’inizio, quando ci sono questi delitti così tragici, vi è una sollevazione popolare, le coscienze si risvegliano, le voci iniziano ad urlare. L’unica mia preoccupazione, perché lo abbiamo visto in tutto quest’anno, è che poi, dal giorno dopo, tutti dimentichiamo fino alla prossima vittima. Che non sia più così. Altrimenti, anche tutto quello che noi facciamo è buttato al vento». Cristina Pugnoli, consigliera di parità della Provincia, lo dice nella domenica della Orange Walk Cremona, la camminata in arancione promossa dal Soroptimist Club Cremona in collaborazione con le Cinque Porte del Marathon Cremona.
Partenza alle 9.30 dalle Colonie Padane. Per cornice, l’arancione dell’edificio e delle foglie d’autunno. Su tutti, spicca l’arancione della pettorina Soroptimist con impresso lo slogan, un messaggio concreto: ‘Non accettate nessuna forma di violenza. Chiama il 1522’. Molti maschi l’hanno voluta indossare.
«Siamo molto contenti che anche quest’anno sia partita la campagna Orange The World – dice l’assessore Rosita Viola —. Una camminata tutti in arancione contro la violenza insieme a Soroptimist e a tante altre realtà della città. Vorremmo che negli anni si consolidasse sempre di più e diventasse come un po’ è la corsa rosa: la camminata contro la violenza. Agli uomini diciamo che è ora di organizzarsi e di prendere in mano le proprie responsabilità, perché è il momento di dire basta. Noi ci siamo organizzate con i centri antiviolenza per curarci le ferite, loro adesso si devono organizzare per impedire che ci sia un’altra Giulia domani».
La consigliera di parità Pugnoli tiene a ricordare «sempre e una volta di più, quella bellissima poesia che adesso sta diventando un monito, un tam tam per tutte noi donne. È la poesia di Cristina Torre Càceras che a scritto delle parole bellissime in ricordo delle donne vittime di violenze. La fine è diventata ormai uno slogan, ma dobbiamo riflettere sull’importanza di queste parole, perché non diventino parole al vento». Legge la chiosa, Pugnoli: ‘Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima’. «E quindi - sottolinea - che davvero si cerchi tutti insieme di costruire una società che sia rispettosa, una volta per tutte, non solo del genere, ma del prossimo, perché il problema è questo: manca il rispetto del prossimo. Oggi siamo qui riuniti per ricordare la violenza che viene perpetrata nei confronti delle donne, ma non solo. Abbiamo rispetto del prossimo per aver rispetto anche delle donne».
L’educazione sentimentale comincia in casa. Le scuole hanno un ruolo cardine. «Secondo me non c’è un luogo specifico dove insegnare il rispetto e l’affettività - evidenzia l’assessore Simona Pasquali -. È un lavoro che la società deve fare e, quindi, in tutti i luoghi in cui c’è comunità è importante parlare e insegnare. Che sia la famiglia, che sia la scuola, che sia la società. Se uno sente un altro uomo fare commenti inappropriati, che sia quell’uomo a riprenderlo: ‘Ma cosa stai dicendo?’. Che sia la società educante verso il rispetto di tutti, nei confronti delle donne. Oggi il Paese ha avuto uno scossone, perché quello che è successo a Giulia ha sconvolto tutti. Giulia è, però, la 106esima di un lungo elenco che è iniziato quest’anno. Tutti stiamo dicendo ‘Basta! Basta!’. E quindi è la società che deve farsi educante, assolutamente. Quello che si dice in questi giorni è per Giulia, per tutte le altre, per tutte noi con al fianco gli uomini».
Anna Feroldi, presidente Unione italiana sport per tutti (Uisp) Cremona, spiega: «A livello nazionale rimarchiamo di chiamare il numero 1522. Siamo in sintonia con Soroptimist in questa giornata. Il numero 1522 vi aiuta e vi sostiene in tutte le criticità». Il messaggio di Feroldi agli uomini: «Devono cercare di voler bene alle donne in maniera veramente concreta, lasciandole libere. Gli uomini devono imparare ad educare gli altri uomini, devono essere bravi a dire: ‘Attenzione, la donna va trattata in una maniera diversa e siamo i primi noi ad educarci e a sapere che effettivamente stiamo sbagliando, a cercare di aiutare quelli che ne hanno decisamente bisogno».
«Per il Soroptimist, questo è un momento simbolico, un segnale che si dà in una giornata importante per tutti — sottolinea la presidente Elisabetta Bondioni —. Per noi è un momento rappresentativo che, però, è solo la punta rispetto ad una serie di progetti anche molto concreti che portiamo avanti: la distribuzione in tutte le farmacie dei sacchetti antiviolenza con lo slogan ‘Non accettate nessuna forma di violenza. Chiama il 1522’, piuttosto che lo striscione con il numero 1522 su palazzo Ala Ponzone e i progetti nelle scuole. Lunedì scorso, all’istituto Torriani è stato proiettato il docufilm ‘Un altro domani’ con l’autrice Cristiana Mainardi presente, che ha risposto alle domande degli studenti. Noi facciamo una serie di azioni di sensibilizzazione e di riflessione per cercare di dare un piccolo contributo nel contrasto alla violenza delle donne, che è uno dei filoni nel quale Soroptimist opera proprio nella sua azione di sostegno alla realizzazione del potenziale delle donne».
FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI
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