L'ANALISI
14 Settembre 2023 - 05:15
CREMONA - Aspettano seduti ai tavolini nel giardino del Campus del Politecnico di via Sesto, idee chiare e un po’ di emozione per l’avvio dell’anno accademico per i futuri ingegneri. Jasskaran Singh (Soncino), Federico Romani (Castelleone), Alessandro Murtas (Capralba) Fabio Gilardoni (Casaletto Vaprio), Daniel Berlonghi (Casaletto Vaprio) hanno scelto Cremona, cosa non da poco per chi arriva dal cremasco, sorridono e dicono: «Volevamo una situazione universitaria più tranquilla e meno complicata di quella di Milano. Cremona ci è parso il posto giusto, dobbiamo perfezionare l’immatricolazione, ma siamo qui per l’inaugurazione del corso di informatica».
A spiegare in aula magna l’offerta del Politecnico: i percorsi triennali di ingegneria informatica e gestionale e le due magistrali in ingegneria acustica e musicale e Agricultural Engineering è il prorettore Gianni Ferretti che osserva: «parlare di numeri delle immatricolazioni è prematuro, ma la tendenza è quella dell’anno scorso. Ciò che piace della nostra sede è la possibilità di avere la qualità del Politecnico in un contesto più intimo, in cui il rapporto con i docenti è più diretto e la città meno cara anche come costi. La prospettiva della nuova sede presso l’ex caserma Manfredini sicuramente è di grande appeal, i lavori procedono. Nel giorno di apertura delle lezioni il mio compito è spiegare come funziona la grande casa del Politecnico, quali le regole, le richieste e le opportunità».
Roberto Rocca, assistente del professor Luca Fumagalli sulla cattedra di Gestione degli impianti industriali osserva: «Il Politecnico non muta impostazione didattica e qualità dell’offerta a seconda delle sedi — afferma —. Certo studiare a Cremona per la dimensione stessa della sede permette una maggiore interazione fra docente e discente. Un aspetto che sembra pesare sempre di più nella scelta dei ragazzi». E infatti su questa scia si pone la riflessione di Riccardo Scalmani, Alessandro Rancati, Aurora Bonfanti e Carlotta Colombo che arrivano da Codogno e Casalpusterlengo proiettati verso ingegneria gestionale: «La scelta sulla sede cremonese è legata al fatto che le dimensioni del campus permettono di avere maggiori relazioni con i docenti e forse di essere più seguiti».
Per chi arriva da lontano alle dimensioni intime del campus si affianca un altro motivo che determina la scelta: il caro affitti, vivere a Cremona non è caro come vivere a Milano. Vincenzo Oppelisano è di Reggio Calabria, Giorgio Pilato arriva da Bergamo, Fabrizio Giacona è di Marsala. Oppelisano dice: «Sono qui per il Politecnico, la scuola migliore del Paese, mi interessa ingegneria gestionale. Mi sono trasferito qui, non c’è paragone con Milano, dove i prezzi sono impossibili. Qui ho trovato una stanza a 350 euro». E sono i costi della vita ad aver determinato la scelta di Fabrizio Giacona: «Avere una università di pregio come il Politecnico in una città tranquilla è una cosa non da poco. Arrivo dalla Sicilia e sono sulle spese, trovare affitti abbordabili era importante. Pago 370 euro».
Ilenia Lo Iacono arriva dalla Sicilia e Andrea Remelli da San Michele all’Adige sono al secondo anno di Agricultural Engineering, l’una con una formazione ingegneristica, ma innamorata delle scienze agrarie, l’altro con una formazione in enologia, ma appassionato di tecnologia. entrambi hanno trovato la congiuntura delle loro passioni nel percorso magistrale sull’innovazione legata all’agricoltura. E Ilenia Lo Iacono dice: «Facendo Agricultural Engineering ho pensato di poter salvare il pianeta con la tecnologia», scherza. Se le matricole attendono Ferretti, al primo piano le lezioni iniziano, ad accogliere il professore è un gruppo di futuri ingegneri gestionali, insieme, affiatati: «Studiare qui è bello, dice Lorenzo Verde di Reggio Calabria: «Cremona non è potenzialmente una città universitaria, ci deve lavorare ancora, è sulla buona strada».
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