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CREMONA: LE FOTO

Per i giocattoli d'epoca, fiera invasa da grandi e bambini

Tremila metri quadrati e circa 250 espositori, provenienti da tutta Italia oltre che dalla Germania e dal Belgio, per la 69ª edizione della mostra-mercato

Alberto Guarneri

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redazione@laprovincia.it

02 Aprile 2023 - 19:28

CREMONA - Tremila metri quadrati e circa 250 espositori, provenienti da tutta Italia oltre che dalla Germania e dal Belgio, tutti accomunati dalla medesima e vibrante passione. E’ andata in scena presso CremonaFiere la 69ª edizione di “Un milione di giocattoli”, mostra-mercato nazionale del giocattolo d’epoca organizzata dall’AIGEC (Associazione Italiana del Giocattolo d’Epoca e da Collezione), realtà nata in città nel 1994 grazie alla passione per i giocattoli di Lorenzo Cavazzoni e Monica Scolari.

Forse non saranno un milione, ma la quantità e la varietà degli oggetti esposti lascia veramente di stucco. “Il mondo del giocattolo è davvero vastissimo – racconta Cavazzoni – e posso dire con orgoglio che qui ne abbiamo davvero per tutti i gusti. Spesso, per ogni tipologia di oggetto, ospitiamo diversi collezionisti ma il rischio di incorrere nello stesso pezzo è davvero minimo”.

Giocattoli di latta di fine ottocento, bambole di ogni specie, soldatini, macchinine. E ancora trenini, pezzi rari di Subbuteo, mattoncini Lego ed action figures a non finire.

Gironzolare tra i banchi diventa quasi rischioso, perché non è difficile imbattersi in cimeli della propria infanzia, alcuni posseduti, altri agognati. Il padiglione brulica di collezionisti, naturalmente, ma non mancano i semplici appassionati e i curiosi.

La passione si respira nell’aria e sembra non avere età, tra chi bambino lo è davvero e chi invece lo ridiventa per un istante ammirando uno degli innumerevoli oggetti esposti. La mostra diventa anche luogo d’incontro e di scambio di opinioni, talvolta anche di racconti. Ricordi di interminabili ricerche, tra mostre e mercatini sparsi per tutto lo Stivale, per scovare finalmente il pezzo mancante di turno.

Al centro del padiglione c’è spazio anche per un’ulteriore esposizione, una sorta di mostra nella mostra, manco a dirlo di pezzi rarissimi.  I protagonisti sono gli album di figurine della Panini e la spasmodica “fame” del collezionista di Carlo Bassanetti, che delle figurine ha fatto un culto. Un’esposizione unica nel proprio genere, come spiega lo stesso collezionista: “Il pezzo forte è senz’altro il primo album dei calciatori, quello della stagione 1961/62, con l’iconico colpo di testa di Nils Liedholm in copertina.

Nelle teche si possono poi ammirare le edizioni successive, fino al 1971/72”. Un periodo non casuale, precisa Bassanetti: “Con l’album del ‘71/’72 si è conclusa l’epoca romantica delle figurine di carta, che hanno lasciato spazio a quelle autoadesive cui siamo abituati oggi. Questa, però, è un’altra storia”.

Il calcio la fa ovviamente da padrone, ma nella sterminata collezione dell’appassionato cremonese emergono anche edizioni meno note della storica casa editrice modenese. Personaggi storici, cantanti, uomini illustri: grazie a Bassanetti, riemergono veri e propri cimeli dimenticati.Figurine e sport. Un binomio indissolubile che, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha ulteriormente alimentato la fiammella della passione del collezionista.

“Oltre agli immancabili album dei calciatori – racconta – ho cercato di dare lustro ai tanti sportivi cremonesi che hanno portato in alto il nome della nostra provincia”. Il lavoro di Bassanetti è impressionante. Quasi un secolo di storia sportiva cremonese affisso alla parete.

Non manca ovviamente una sezione dedicata a Gianluca Vialli, ma tra figurine, card e materiale di ogni genere, tutto lo sport locale viene rappresentato. Capita anche che si presenti qualche parente degli illustri sportivi, che con il sorriso sulle labbra passa in rassegna la ricca collezione.

“Talvolta mi danno del matto – spiega bonariamente Bassanetti – ma una chiacchiera e una stretta di mano con chi, tramite la mia passione, fa un tuffo nei ricordi sono per me delle soddisfazioni impagabili”. Passione, appunto. E tra questi banchi ce n’era parecchia.

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