L'ANALISI
VACCINAZIONI. VOLONTARI IN PRIMA LINEA
11 Settembre 2021 - 06:20
CREMONA - Prima li ha ringraziati il vescovo, Antonio Napolioni: «Quanto abbiamo vissuto qui, rimarrà nella storia come la Fiera della salute e della solidarietà e la ricorderemo con gratitudine e commozione — non ha nascosto il suo sentito apprezzamento il vescovo, l’altro ieri a Cremona Fiere, nel corso della messa celebrata all’hub di Cà de’ Somenzi, rivolgendosi in particolare alla platea gremita dai volontari in pettorina gialla —. Mi auguro però che non spariscano i gilet gialli, perché rappresentano il volto di una concreta e disinteressata attenzione alle necessità del prossimo. Ecco: è questa la rivoluzione dei gilet gialli di cui abbiamo bisogno».
Poi ne ha tessuto le lodi il sindaco, Gianluca Galimberti, accompagnando con parole sentite e riconoscenti, non banali e niente affatto scontate, la premiazione dei 14 gruppi che per sei mesi, sette giorni su sette, giorno e notte quando serviva e anche quando non serviva ma valeva comunque la pena di esserci e di essere pronti, hanno garantito il loro impegno. Donando tempo, forza e passione allo sviluppo della campagna vaccinale. Al servizio dei sanitari e al fianco degli utenti. Senza mai risparmiarsi.
«Avete attraversavo le case della città nel silenzio — li ha guardati tutti negli occhi, il primo cittadino anche visibilmente commosso — e avete bussato alla porta di ogni casa dove c’era sofferenza e bisogno. Avete portato cibo, mascherine e una parola di vicinanza, un sorriso anche. E siete stati vicini, sempre, alle persone più fragili».
Eccola, la loro missione più vera: la missione del volontario. L’hanno prima garantita e poi incarnata nel senso più nobile e vero, più autentico e disinteressato oltre ogni polemica iniziale, gli uomini e le donne di Siamo noi, dell’Auser, della Croce Rossa e della Croce Verde, della Protezione Civile. E tutti gli uomini e tutti le donne di Uniti per la provincia di Cremona, dell’Associazione Alpini, del Gruppo articolo 32 e della Citta dell’uomo. Così come la prima linea garantita da Anffas, da Blue Life e da Agropolis, dall’Auser provinciale e da Accendi il buio.
Insieme, allo stesso modo, hanno indicato la rotta e rappresentato un modello di efficienza e beneficenza: il cuore per gli altri, coperto dalle pettorine gialle. L’esercito, buono, della solidarietà. In marcia fin dall’inizio — dall’8 marzo che proprio con il giallo, quello delle mimose, ha segnato l’apertura dell’hub vaccinale nel giorno della Festa della Donna — verso quel miracolo di partecipazione che è stato, per Cremona e la sua provincia, la campagna vaccinale. L’unione ha fatto la forza. Ed è stato un esempio straordinario.
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