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OFFANENGO. ARCHITETTURA

Chromavis, il diamante nero ora sfida il mondo

Il complesso industriale tra i finalisti del premio The Plan Award. Testa a testa coi progetti internazionali più esclusivi: 20 categorie, 491 candidati

Cristiano Mariani

Email:

cmariani@laprovinciacr.it

24 Agosto 2021 - 06:25

OFFANENGO - C’è una meraviglia cremonese tra i finalisti del premio di architettura The Plan Award 2021, che raccoglie i progetti più esclusivi a livello internazionale. Venti categorie, per un totale di 491 candidati che si contenderanno l’Oscar della creatività architettonica, in attesa di conoscere l’esito della giuria e delle preferenze del «pubblico» online, in vista delle premiazioni in programma a ottobre. 

La struttura si potrebbe definire il diamante nero. Un minerale che irrompe dal terreno e da forma a questo edificio di 45 mila metri quadrati

Nella categoria «Production» la nomination è per la spettacolare nuova sede della Chromavis ad Offanengo, inaugurata un anno e mezzo fa. E che cercherà di strappare il prestigioso riconoscimento a 18 concorrenti di altissimo livello provenienti da Cina, India, Singapore, Messico, Germania e Taiwan.

Il progetto porta la firma dell’architetto cremasco Ercole Barbati (studio Eba Engineering), con gli interni curati invece dai colleghi milanesi Alessia Garibaldi e Marco Vigo. Come spiegano gli stessi progettisti, la struttura «si potrebbe definire il diamante nero. Un minerale che irrompe dal terreno e da forma a questo edificio di 45 mila metri quadrati. E il termine diamante deriva dalla parola greca Aamas, invincibile, anticamente donati a scopo apotropaico, quindi per allontanare un influsso maligno».

La nuova sede di Chromavis, azienda leader nel settore della cosmetica con otto unità sparse nel mondo, cinque delle quali in Europa e mille dipendenti, «si incastona come un minerale che nasce dal territorio o, paradossalmente, è atterrato come un meteorite, modificandone la morfologia. Anche la sua superficie fondiaria complessiva, oltre 97 mila metri quadri, è animata dalla stessa forza e il verde si articola creando piccole colline e morbide aree disegnate all’interno di patii e specchi d’acqua, in cui le linee degli edifici si riflettono».

Il cantiere per la realizzazione del polo produttivo era stato aperto nel 2018. Il progetto è stato quindi concretizzato in un anno e mezzo lungo la provinciale Serenissima, grazie anche alla collaborazione degli enti locali, Comune in primis, ma pure Provincia. Il collegamento con l’arteria è stato infatti garantito da una nuova rotatoria.

«Le terrazze, i patii interni e il verde indoor sono nel loro insieme un filo conduttore che accompagna l’esperienza della visita all’interno della struttura con i suoi scorci sempre diversi — concludono i progettisti —: il fabbricato risponde ai requisiti green della recente normativa nazionale e regionale, sia in materia di alta efficienza energetica, sia di rispetto d’invarianza idraulica».

(con il contributo di Stefano Sagrestano)

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