Le opere di Solzi e Mezzadri in via Belfuso

In una corte in cui si respira aria rinascimentale profumata di gelsomino, due artisti cremonesi interpretano, ciascuno a suo modo, in uno spazio e in un tempo circoscritti, il significato di fare arte.

Venerdì 24 maggio a partire dalle 18, Stefano Corbari, l’architetto padrone di casa, apre il portoncino al numero 20 di via Belfuso ai dipinti di Marco Solzi, alle sculture in ferro di Paolo Mezzadri e ai visitatori che vorranno trascorrere qualche ora a tu per tu con l’arte e la natura.

Utilizzando il lettering e le sagome di foglie di filodendro, infatti, Solzi ha creato una serie di dipinti specchio delle connessioni fra esseri umani e natura, partendo dall’idea che le piante abbiano una vita emotiva e siano in grado di percepire l’ambiente che le circonda.

Site-specific, come si usa dire oggi — anche le sculture di Mezzadri, artiere e poeta del ferro, che porta le sue Radici, qui riviste e riproposte sia come racconto di chi siamo e che cosa portiamo sulle spalle — emozioni, legami, esperienze — sia germoglio da piantare per sviluppare nuove vite e amori, oppure sogni. Sogni a cui aggrapparsi, sogni da seguire, trattenere a terra o far volare via appesi a un palloncino, oggetto-simbolo del nuovo progetto che Mezzadri sta portando avanti e che domani presenta in anteprima.

Senza svelare troppo, nella corte di via Belfuso troveranno spazio barchette di carta e grossi palloncini lattiginosi mediati da sapienti giochi di luce. Per abituare la vista, come appena svegli, a mettere a fuoco il tempo che verrà.

Emilio Palanti si occuperà del djset, nel rispetto del binomio arte-natura.