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Piacenza. 6 - 11 aprile
dal 06/04/2013
al 11/04/2013
genere classica
Arriva a Piacenza la “Trilogia Popolare” di Giuseppe Verdi diretta e ideata scenicamente da Cristina Mazzavillani Muti.
Una vera e propria maratona lirica, prodotta da Ravenna Festival in collaborazione con il Teatro Alighieri di Ravenna, la Fondazione Teatri di Piacenza e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara (per quanto concerne La Traviata), è dunque quella che attende i piacentini nel prossimo fine settimana e che sancisce la conclusione della stagione lirica 2012/2013 del Teatro Municipale: il progetto, che vede protagonisti fra l'altro l'Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” e il Coro Lirico Terre Verdiane del Teatro Municipale di Piacenza diretti rispettivamente dai maestri Nicola Paszkowski e da Corrado Casati, può contare anche sugli apporti importanti di Vincent Longuemare (light design), Alessandro Lai (costumi), Paolo Miccichè (visual design), Enrico Fedrigoli (immagini fotografiche), Alvise Vidolin (sound design), Italo Grassi (scene) e Roberto Mazzavillani (allestimento scenico).
«Si può dire che questo progetto sia il punto di arrivo di un lungo percorso, costruito negli anni, opera dopo opera, con un lavoro minuzioso di preparazione musicale, vocale, registica e attoriale» spiega al proposito la regista Mazzavillani Muti, «il risultato è un unico ingegnoso modello scenografico capace di scomporsi e ricomporsi in tre diverse scenografie, una sola e cangiante scatola scenica che riesce a esaltare l'inconfondibile unicità di ogni singola opera».
Al proposito un ruolo cardine in questo triplice allestimento è rappresentato dall'utilizzo delle nuove tecnologie applicate alle voci e all'elemento scenografico: nello specifico la Luce risulta l'autentica protagonista di Rigoletto, attraverso un sapiente studio degli equilibri spaziali e sonori che finisce per isolare e ritagliare dal contesto i personaggi affidando loro una dimensione caratteriale e vocale unica.
Nel caso di Trovatore invece l'impianto registico si basa tutto sulla Visione: a farsi largo sono la forza atavica dei racconti popolari, le immagini della città di Ravenna scattate da Enrico Fedrigoli che rimandano a un mondo nomade dominato dall'archeologia industriale delle torri petrolifere, dalla sacralità immota delle basiliche e dai silenzi senza tempo delle campagne e delle paludi.
In Traviata invece l'elemento-chiave è dato dal Riflesso: la scena in cui si consuma il drammatico e appassionato amore di Violetta e Alfredo è dominata dal riflesso dei grandi specchi che amplificano e moltiplicano i gesti, le emozioni, i sentimenti dei personaggi restituiti a un'attualità tremenda e sincera.
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