Vanoli: col giornale La Provincia il poster della storica impresa
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Una foto scherzosa di Jovana Stevanovic e Carli Lloyd
CASALMAGGIORE – Lo sguardo è già proiettato all'orizzonte dove si stagliano nitidi i contorni dei prossimi obiettivi: Manila, il Mondiale per Club. Ma la mente ed il cuore non liquidano alla svelta quello che è stato Rio de Janeiro, l'Olimpiade, le medaglie. Jovana Stevanovic e Carli Lloyd hanno portato la Pomì sul podio della rassegna a cinque cerchi e hanno raccontato le sensazioni di quei momenti ad un mese di distanza dai giorni che le hanno consacrate al mondo intero. “Il primo pensiero se dico Olimpiade è la partita con gli Stati Uniti, scusa Carli – attacca Jole – ma è vero. E' qualcosa di incredibile, che succede solo nei sogni”. La lunga estate che ha condotto a Rio de Janeiro non è stata semplice: “sinceramente pensavo di non andare – ammette Lloyd – negli ultimi quattro anni sono stata tagliata dal roster. Pensavo solo a fare del mio meglio per aiutare la squadra ed è stato bello anche così. Quando poi mi han detto che sarei andata non potevo crederci”. Sulla cerimonia olimpica Lloyd confessa: “è uno dei ricordi che mi resterà per sempre. Sei in mezzo a tutti gli atleti, ognuno canta le sue canzoni, c'è un'energia positiva contagiosa che ti esalta. Senti empatia con tutti gli atleti”. “Io ho conosciuto Djokovic – ammette Stevanovic – e per me è stato grandioso perchè l'ho sempre ammirato in tv. E invece dal vivo è un giocherellone, fa sempre gli scherzi, sta al gioco”. Ora arriva una nuova stagione con la Pomì. C'è il rischio che siate appagate? “E' vero, abbiamo vinto tanto ma quando arrivi qui non conta quello che hai fatto prima. Hai solo voglia di continuare a vincere per te e per tutta la gente che rende magico questo posto. Si azzera tutto”. Tante squadre vi hanno corteggiato con argomenti (economici, ndr) decisamente invitanti. Perchè siete rimaste? “Perchè i soldi sono importanti, è vero, ma alla fine questo non è un lavoro. E' vita, è crescita. E qui io mi sento a casa – dice Jole – sento di essere in un posto nel quale sto bene, dove giocare a pallavolo è un gioco e posso farlo bene”. “Esatto – prosegue Lloyd – io ho sentito che qui posso crescere ancora, realizzare completamente me stessa. Ho sempre voglia di venire qui e quindi non aveva senso andar via”.
22 Settembre 2016
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