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CREMONA
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Lei è nata trentotto anni fa a Dakar, capitale del Senegal, «una città molto moderna, come moderna è la mia famiglia». L’ex marito, 49 anni, da venti in Italia, operaio e incensurato, è nato a Ndiayene, «un paesino». E dunque, «è lui è il retrogrado, non io: mi forzava ad indossare il velo ed io, essendo isolata, sola, avevo sempre paura. Non potevo uscire di casa, non avevo mai i soldi, tutti i vestiti me li visionava e li comprava lui, le spese le faceva lui, io non ero libera di fare niente». L’uomo è stato rinviato a giudizio. La donna vive in una struttura protetta con i tre figli.
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21 Giugno 2018
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Commenti all'articolo
renzo
2018/06/22 - 19:07
Uno dei punti base della nostra civiltà È IL RISPETTO DEL PROSSIMO CHIUNQUE SIA....fate voi....
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germana
2018/06/22 - 17:05
ecco un classico esempio di integrazione!!!
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vittorio
2018/06/22 - 08:08
Se la racconta è segno che è ancora viva : questi sono i primi passi verso l'integrazione del 3000 a.C. , quando vedremo dei Belfagor camminare per strada .
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roberto
2018/06/22 - 08:08
favoloso….spero di essere ancora sessualmente attivo quando la nostra società sarà islamizzata…..sai che pacchia!!!
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They
2018/06/22 - 06:06
Senegalese da 20 anni in Italia, direi che l' integrazione funziona benissimo! Certo i tempi sono un po' lunghi, penso che un millennio sia sufficiente poi saremo tutti musulmani grazie ad un Europa unita contro l'Italia!
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