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CREMONA
CREMONA - In particolare a cavallo tra gli scorsi mesi di gennaio e febbraio, sull’onda emotiva e anche mediatica conseguente ai casi di meningite registrati in Italia, e a dispetto delle rassicurazioni degli specialisti che a più riprese — e dati alla mano — hanno assicurato come non ci fosse alcuna ‘epidemia’, anche a Cremona i timori di contagio si sono moltiplicati. Con una conseguenza ovvia, inevitabile e immediata: il boom di richieste di vaccinazione. Sia da parte di bambini che di adulti. Tanto che già allora, alla fine del mese scorso, risultavano quasi 500 persone in lista di attesa mentre il numero dei vaccinati nelle prime tre settimane di febbraio era di 120. Risultato: ora, se si richiede la vaccinazione, che rientra fra quelle volontarie e non obbligatorie, in co-pagamento, si va al 2018. Nove mesi di attesa se va bene, anche undici, dodici in alcuni casi.
Nessuna particolare attesa, invece, sul fronte morbillo, l’altro ‘allarme’ degli ultimi tempi, con il ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità che hanno certificato come dall’inizio dell’anno, in meno di tre mesi, si siano già superati i mille casi mentre in tutto il 2016 erano stati meno di 850: in quell’ambito, a Cremona, si sta rispettando il calendario.
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07 Aprile 2017
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