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CREMONA
CREMONA - Con la droga sequestrata in casa dell’amico, non c’entrava niente. «Ero lì per caso, perché conosco Savino». Dopo cinque giorni di carcere e più di un anno trascorsi agli arresti domiciliari dai genitori con l’accusa di detenzione di droga finalizzata allo spaccio, in concorso con l’amico napoletano Vincenzo Savino, Alin Cordeanu, romeno di 25 anni, è stato assolto «per non aver commesso il fatto». Ed è tornato in libertà: arresti domiciliari revocati. Per lo straniero il pm aveva invece chiesto la condanna a un anno di reclusione e a 4mila euro di multa.
«Il nostro assistito era lì per caso, perché i due si conoscevano», hanno affermato gli avvocati Annamaria Petralito e Luca Genesi, i quali hanno portato al processo un testimone per confermare che Alin non condivideva l’appartamento con il campano e che, quindi, «non poteva essere al corrente che Savino detenesse la sostanza stupefacente né che fosse correo nell’attività di spaccio». Il testimone ha infatti confermato che il romeno viveva con lui in un appartamento a Cavatigozzi.
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26 Aprile 2016
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