L'ANALISI
17 Novembre 2015 - 16:38
Un allevamento di tacchini
CREMONA - Ha ucciso "per necessità". Da qui l'assoluzione "perché il fatto non sussiste" dall'accusa di uccisione di animali di un allevatore di tacchini che ha imbracciato il fucile da caccia e sparato al gatto che, a sua volta, nel capannone aveva già fatto fuori 900 dei suoi 10mila tacchini, causandogli un danno di 11mila euro. Il fatto risale al 3 ottobre del 2009, quando una pattuglia della polizia provinciale, passando davanti all'allevamento, notò che l'allevatore stava sparando con un fucile da caccia verso la vegetazione. Subito dopo, la pattuglia vide chel'uomo aveva colpito il gatto. E venne denunciato. Cacciatore, una collaborazione lunga quindici anni con la Provincia di Cremona all'interno del piano di controllo della volpe, al giudice Francesco Beraglia l'allevatore, documentazione alla mano, ha raccontato di essersi recato, quel giorno, nel capannone.
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