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CREMONA
La sede di Lgh a Cremona
CREMONA - ‘Trattative oscure A2A-Lgh’: con questo documento tutte le sette formazioni di minoranza bocciano l’aggregazione tra il colosso milanese-bresciano e la multiutility del Sud Lombardia partecipate, attraverso le rispettive municipalizzate, dai comuni di Cremona, Crema, Rovato, Lodi e Pavia. Le due pagine sono firmate dai capigruppo dei Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Marcello Ventura, del Nuovo centrodestra Federico Fasani, del misto Alessio Zanardi, del Movimento 5 Stelle Lucia Lanfredi, della Lista Perri Maria Vittoria Ceraso, di Forza Italia Ferruccio Giovetti e della Lega Nord Alessandro Carpani.
Ventura ha proposto agli altri esponenti dell’opposizione di fare fronte comune e il suo invito è stato accolto, anche (il punto saliente dal punto di vista politico) dai 5 Stelle, che si sono presentati all’incontro con Lucia Lanfredi ed Elia Sciacca, il loro esperto di tematiche ambientali. «E’ inquietante e incomprensibile come il silenzio sull’intera vicenda da parte della maggioranza, della giunta e del sindaco sia compatto», si premette nel documento.
Per poi entrare nel merito: «Quanto pensiamo potrà pesare Lgh, azienda con 600 milioni di euro di fatturato, una volta acquistata da un gigante da 5 miliardi? E Cremona che conta un terzo di Lgh? L’incidenza sarà da prefisso telefonico. A2A è stata rifiutata da Tea Mantova (che ha un fatturato di 245 milioni), da Gelsa Monza (202 milioni) e da Agsm Verona (850 milioni). Perché Cremona deve suicidarsi ed essere svenduta? Perché non guardare ad un’operazione alternativa con una di quelle tre aziende?».
Altre domande: «Se andremo in A2A, gli uffici, gli sportelli e il personale resteranno quelli di adesso? Perché A2A dovrebbe mantenere in vita strutture a quel punto doppie? I cremonesi si troveranno a dover chiamare Brescia o Milano». I rappresentanti della minoranza sollevano anche una questione sociale. «Chi garantirà ai cittadini in difficoltà il non distacco delle utenze nel periodo invernale? A2A ha chiuso il 2014 con 40 milioni di perdita e punterà esclusivamente a far quadre i conti non curandosi di questo annoso problema del territorio». Un passaggio, nel documento, anche sull’inceneritore, di proprietà di Lgh. «Chiuderlo nei famosi tre anni promessi dal centrosinistra in campagna elettorale costerebbe 40 milioni. Ora che, grazie allo SbloccaItalia, si potranno bruciare rifiuti provenienti da altre regioni, quale azienda dismetterebbe l’impianto? A2A? Non scherziamo. Per queste ragioni e perché abbiamo a cuore le sorte di Cremona, siamo fermamente contrari all’aggregazione. Chiediamo al sindaco, una volta per tutte, di fare chiarezza».
05 Novembre 2015
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Direttore responsabile: Vittoriano Zanolli
Commenti all'articolo
They
2015/11/07 - 07:07
Se si liberano gli uffici della lgh il sindaco ne sarà ben contento perché potrà utilizzarli per gli immigrati (profughi o clandestini non fa differenza)
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