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CREMONA
CREMONA - «Mia nipote era l’ombra di se stessa. Pesava quaranta chili. Era molto agitata, non mangiava, era depressa. Aveva paura per sé e per la propria bambina. Aveva paura che lui le facesse del male». L’ennesimo processo per presunto stalking si è celebrato lunedì 30 marzo. Sul banco degli imputati c’è l’ex convivente di Maria, una giovane mamma che dopo la separazione, ha denunciato il compagno, accusandolo di averla seguita, insultata, minacciata, al punto che lei ha dovuto cambiare le proprie abitudini di vita. Sotto accusa c’è anche un amico dell’imputato che per conto del presunto stalker, con il telefonino avrebbe scattato alcune fotografie e registrato un filmato davanti alla casa della donna. L’accusa è di interferenze illecite nella vita privata.
«Era diventata l’ombra di se stessa». Così la zia ha ritratto la nipote al giudice, Pierpaolo Beluzzi, durante il processo, nel quale la presunta vittima si è costituita parte civile. La zia è tornata con la memoria alla primavera del 2011 e ha raccontato di quando lei, «almeno un paio di volte», accompagnò la nipote a casa in auto: «Lui che ci seguiva in macchina. Quando mia nipote veniva a trovare la nonna o sua madre, poi dovevamo riaccompagnarla a casa, perché lei aveva paura. E ogni volta che uscivamo, lui era appostato. Sì, si appostava, perché gli orari in cui usciva non erano sempre uguali. Quando uscivamo, lui era dietro in auto, ci inseguiva».
Offese? «Alcune volte la offendeva». Stato d’animo? «Mia nipote era molto agitata, era diventata l’ombra di se stessa». Circostanze confermate anche dall’amico della madre della giovane donna. «Era molto ansiosa, deperiva giorno per giorno. Non so se arrivava ai cinquanta chili di peso. Era magrissima. Temeva le minacce. Una notte era in auto con la madre di Maria. Vedemmo un ragazzo davanti alla finestra della casa». Che cosa faceva? «Con il telefonino continuava a fare dei filmati. Era magro, giovane, di media statura. La madre di Maria scese dall’auto per chiedergli informazioni e lui saltò sulla sua macchina e scappò. Era una Golf grigio scuro. Io tirai giù il numero di targa».
«Mio figlio era molto turbato - ha detto la madre dell’imputato -. La sua maggiore aspirazione era quella di vedere la figlia. Il dimagrimento della ragazza era iniziato già dopo la maternità. Non ho mai sentito dire a mio figlio che voleva portarle via la bambina». Il processo è stato aggiornato per sentire altri testimoni.
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30 Marzo 2015
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