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CREMONA
CREMONA - “Mentre c’è chi racconta in giro (e alla stampa) che in carcere a Cremona va tutto bene, venerdì scorso un poliziotto penitenziario è stato aggredito da un detenuto extracomunitario armato di una lametta al rientro dalle attività al campo sportivo. L’agente era solo in mezzo a trenta detenuti e si è salvato grazie al tempestivo intervento di un altro ristretto e di altri poliziotti in servizio accorsi nell’immediatezza. Altro che “clima idilliaco e sereno” nel carcere di Cremona!”.
Duro atto di accusa di Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, nel denunciare l’ennesimo evento critico accaduto nella struttura detentiva cremonese.
“Non capisco come possa esserci chi dica che “adesso nel carcere di Cremona si respira aria nuova”, schierandosi tout court dalla parte del direttore reggente, che per altro non ha neppure la titolarità del carcere cremonese, senza invece domandarsi perché accadono sistematicamente eventi critici in questo carcere e quanto invece incidano sul verificarsi di tali eventi la pessima organizzazione del lavoro e della vita detentiva come organizzata da direttore reggente e comandante di reparto”, aggiunge. “Noi – primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria – continueremo a pretendere una trasparenza reale della gestione della cosa pubblica, un reale rispetto delle regole e della democrazia in materia di organizzazione del lavoro dei poliziotti di Cremona, di salubrità dei posti di lavoro, di rispetto dei diritti inviolabili di ogni singolo Agente, Sovrintendente, Ispettore di Polizia Penitenziaria. Ad ognuno la libertà di scegliere da che parte schierarsi: i numeri delle adesioni sindacali parlano da soli...".
Conclude Capece: “Rinnoviamo l’auspicio che i competenti uffici ministeriali e regionali del Ministero della Giustizia adottimo urgenti interventi per sanare le costanti criticità in atto nel carcere di Cremona”.
28 Settembre 2015
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